L’idea di questa mostra è nata dalla lettura di un articolo apparso sull’inserto “Sportweek” della Gazzetta dello Sport del 21 gennaio 2012, intitolato “In memoria delle atlete cancellate”.

La giornalista, Jane Santoro, racconta le storie di atlete tedesche ebree che, alla fine degli anni trenta, ave- vano messo a segno record nazionali e mondiali e per questo nella loro patria, la Germania, erano conosciute e amate. Per anni, però, di questi primati negli annali sportivi tedeschi non c’e stato nessun riferimento, erano come scomparsi, ma la mostra intitolata “I record dimenticati“, allestita all’Haus des Sports di Berlino, (mostra itinerante che dopo una tappa a Dresda è approdata a Londra in occasione delle Olimpiadi del 2012) ha reso giustizia a queste atlete, che hanno visto compromesse dalla follia del nazionalsocialismo non solamente la loro carriera sportiva, ma anche la loro vita.

Da qui lo stimolo e il desiderio di andare a ricercare storie di atleti, non solo ebrei, che non essendosi voluti allineare alle ideologie naziste e fasciste hanno dovuto subire la deportazione nei campi di concentramento.

Questa mostra è nata dalla convinzione che la trasmissione della memoria spetti a tutti, ma in modo parti- colare a chi è stato toccato dalla tragedia delle deportazioni, seppure in modo indiretto, e che le storie delle singole persone possano essere la testimonianza più forte e incisiva per le nuove generazioni.

Lo scopo è quello di osservare la più grande tragedia del ventesimo secolo, anche dal punto di vista sportivo, rendendo onore e gloria a tutti quegli uomini e donne che nella loro vita hanno incarnato gli ideali sportivi e, con le loro scelte, hanno difeso i principi di libertà, di uguaglianza e di tolleranza.

Barbara Trevisan

Curatrice della mostra – Insegnante di Scienze Motorie Sportive presso la Scuola Secondaria di Primo Grado “Altiero Spinelli” di Scandicci