Solt 1896 – Auschwitz 1945
Arpad Weisz nasce a Solt, in Ungheria, da genitori ebrei.
Calciatore di buon livello, veste la maglia della nazionale del suo Paese partecipando alle Olimpiadi del 1924. La sua carriera continua come giocatore semi-professionista in Ungheria, in Cecoslovacchia, in Uruguay e in Italia militando nel Padova e nell’Inter (allora Ambrosiana).
Inizia la carriera di allenatore in Sudamerica dove apprende quelle tecniche che renderanno grandi le squadre italiane, tra cui l’Inter, con la quale vincerà lo scudetto nella stagione 1929/30.
Passa poi al Bari e al Novara, nel gennaio del 1935 viene ingaggiato dal Bologna con il quale vince due campionati consecutivi (1935/36 e 1936/37). Nel 1937 con i rossoblu si aggiudica a Parigi il Torneo dell’Esposizione Universale, una sorta di Champions League, imponendosi con un secco 4-0 contro i maestri inglesi del Chelsea.
Il suo è un modo diverso di allenare: scende in campo con i suoi ragazzi in pantaloncini e maglietta, senza giacca e cravatta, al fine di spiegare e non dirigere l’allenamento. È il primo a sperimentare i ritiri. Questo nuovo modo di concepire il calcio lo descrive in un famoso (per l’epoca) manuale che scardina i “dettami inglesi”.
È stato un grande scopritore di talenti calcistici tra cui Giuseppe Meazza, uno dei più grandi goleador dell’Inter e della Nazionale Italiana.
Con l’applicazione nel 1938 delle leggi razziali in Italia, Weisz deve lasciare prima il lavoro e dopo il Paese.
Insieme alla moglie Elena e ai figli Roberto e Chiara si trasferisce a Parigi, successivamente fugge in Olanda a Dordrecht, dove allena la squadra di calcio locale del DFC, oggi F.C. Dordrecht.
Con l’invasione tedesca dei Paesi Bassi, nonostante gli aiuti, la famiglia Weisz non riesce ad espatriare. Il 2 settembre del 1942 i nazisti li arrestano e li rinchiudono nel campo di raccolta di Westerbork. La moglie e i figli vengono deportati ad Auschwitz, mentre lui viene mandato nei campi di lavoro nell’Alta Slesia e dopo un paio d’anni internato ad Auschwitz dove morirà il 31 gennaio del 1944.
Nel gennaio del 2009 una targa è stata posta in sua memoria sotto la torre dello stadio Dall’Ara di Bologna.
Il 27 gennaio 2012, in occasione della Giornata della Memoria, il grande allenatore viene ricordato con una targa anche allo stadio Meazza di Milano.