Königsberg 1913-1989
Jakob Bambeger nasce nel 1913, nella Prussia del- l’est a Königsberg, da genitori di etnia sinti che avevano un cinema ambulante. Da bambino aiutava il padre nel suo lavoro e avvisava, con una campana, gli abitanti del paese che lo spettacolo avrebbe avuto inizio. Nel ’35 la famiglia Bambeger deve cedere l’attività in seguito all’applicazione delle leggi razziali. Jakob si trasferisce a Francoforte sul Meno dove lavora per le ferrovie fino al 1939.
Si avvicina alla boxe nel 1933 dimostrando fin da subito le sue qualità di pugile agile e scattante.
Nel 1934 viene selezionato per la categoria dei pesi piuma, nella rappresentativa nazionale tedesca che si sta preparando ai Giochi Olimpici di Berlino. Si classifica al secondo posto nei campionati nazionali di Germania del 1938 e del 1939, è terzo nel 1940, ma il regime nazista gli rende la vita sportiva sempre più difficile.
Nel ’41 fugge in Cecoslovacchia dove viene arrestato e deportato nel campo di Flossenburg, vicino a Weiden e lì è sottoposto alla tortura delle “25 bastonate” (complessivamente ne ha ricevute 75). Jakob nella sua biografia racconta: “… che i colpi non arrivavano solo sulle natiche, ma anche sulla schiena e sulla colonna vertebrale …”; queste sevizie saranno la causa, negli anni successivi, di grossi problemi fisici.
Nel ’43 viene trasferito a Dachau, registrato con il n° 436443. Nelle sue memorie ricorda che era un’estate particolarmente calda e che, insieme ad altri 43 prigionieri (non solamente sinti), è stato rinchiuso nel blocco 37. Là è sottoposto, dal dott. Hans Eppinger, all’esperimento medico sulla potabilità dell’acqua marina. Di questo episodio riferirà in seguito durante il processo di Norimberga: “Ho sofferto gli esperimenti con l’acqua di mare. Questi esperimenti sono stati effettuati al fine di sapere quanto tempo sarebbero sopravvissuti, senza acqua potabile, i piloti tedeschi abbattuti e caduti in mare, senza cibo e acqua potabile solo acqua salata, nient’altro. Sono stato costretto a bere l’acqua del mare per tutto il tempo, fino a quando sono caduto dopo diciotto giorni.” La maggior parte dei detenuti cedeva dopo 4 o 5 giorni, Jakob resiste invece per 18 giorni, grazie alla buona costituzione fisica e all’allenamento.
Dopo questi esperimenti il pugile accusa forti dolori renali, per qualche giorno gli viene concesso di mangiare normalmente, ma poi è di nuovo rinchiuso nel lager e trasferito a Hausenstatten vicino ad Augusta.
È deportato a Buchenwald, dove era stato imprigionato anche il padre, il 17 novembre del 1944. Da Buchenwald i due dovevano essere trasferiti nuovamente a Flossenburg, ma strada facendo sono stati liberati dagli americani nell’aprile del 1945. Jakob Bambeger è stato rinchiuso per sei anni nei lager, anche se aveva combattuto per la Germania nella Prima Guerra Mondiale sotto il comando di Hindenburg.
Nel 1967 muore il padre all’età di 81 anni, la madre invece era morta ad Auschwitz nel 1943, insieme alle quattro sorelle e ai quattro fratelli. Subito dopo la guerra riprende a lavorare e fa notare: “…ho sempre pagato le tasse perché noi sinti non siamo evasori ed imbroglioni”. Dopo la guerra i dolori renali si intensificano; secondo i medici è la conseguenza degli incontri di boxe e non degli anni trascorsi nei lager e degli esperimenti che ha dovuto subire. Solo nel 1969 gli viene riconosciuta un’invalidità del 25% ed una pensione minima di 159 marchi. Con gli anni i dolori e le sofferenze renali diventano sempre più gravi fino all’asportazione di un rene. La sua salute, sia fisica che psichica, peggiora e allora Jakob Bambeger decide di chiedere un aumento della pensione minima.
Solo nel ’74 gli viene concessa un’invalidità del 27,5% che negli anni ’80 gli sarà innalzata all’80%, però solo il 27,5% è attribuito alle persecuzioni subite. Per questo motivo nei giorni di Pasqua del 1981, con l’associazione “Verband Deutscher Sinti” che difende i diritti civili del suo popolo, partecipa allo sciopero della fame simbolicamente attuato nell’ex campo di concentramento di Dachau. Dei dodici manifestanti quattro erano sopravvissuti ai campi di sterminio di Dachau e di Auschwitz.
Dopo essere diventato Presidente d’Onore del Consiglio Centrale dei Sinti Rom, Jakob Bambeger muore nel 1989.